
II Tadelakt venne utilizzato per la prima volta nelle campagne che si estendono intorno alla città di Marrakech, fino ai piedi dell’Atlas. Le sue origini sono molto antiche e legate al bisogno primario della popolazione locale di avere cisterne per la conservazione dell’acqua potabile.
Il metodo usato era ben diverso da quello attuale, proprio perché diverso era lo scopo: per conservare l’acqua venivano scavate nel terreno grandi buche, protette e impermeabilizzate dalla lavorazione a calce.
La tecnica originaria era di impegnativa realizzazione ed esistevano ben pochi maestri in grado di applicarla, i quali si spostavano di villaggio in villaggio prestando la loro preziosa opera.
Per divenire idrorepellente, infatti, la malta posta a protezione della nuda terra doveva essere ben battuta in modo da renderla compatta, farla aderire al suolo e permettere alla schiuma derivante dalla lavorazione di emergere in superficie e penetrare nei buchi e fessure provocate dalla calce piuttosto grossolana.
La mescola doveva essere più volte stesa e battuta; solo l’ultimo strato veniva lucidato con una pietra di fiume liscia, attraverso una sorta di massaggio; è da qui che il Tadelakt prende il nome la parola Dellek in arabo significa letteralmente impastare schiacciando ed è lo stesso verbo utilizzato anche per indicare l’impasto del pane.
Successivamente il Tadelakt iniziò ad essere utilizzato per consolidare i portoni d’ingresso e le torrette di guardia dei villaggi, i quali, essendo realizzati, come il resto delle opere architettoniche, in mattoni di terra, erano sottoposti al continuo degrado e al continuo restauro.
Il Tadelakt nel suo metodo arcaico richiedeva lunghi tempi di realizzazione, in capo ad una giornata si ottenevano circa quaranta centimetri quadrati di manufatto, anche se in disuso, nelle zone periferiche dell’ormai estesa Marrakech, è forse possibile trovare ancora qualche maalem, custode di antichi saperi.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo precedente, l’introduzione del cemento cambia le tecniche di costruzione anche in quelle regioni, immutate fino ad allora.
Pur entrando nell’epoca moderna la storia del Tadelakt continua ad essere tramandata oralmente e narra dell’incontro con un maalem e un francese, dal loro scambio di conoscenze nasce il Tadelakt come intonaco di finitura. L’uso decorativo e quello pratico si uniscono, le fornaci cominciano a produrre calce dalla grana più fine, lo spessore come semplice intonaco si assottiglia e cosi la lavorazione si fa meno dura, si cominciano ad usare i pigmenti colorati.
Il tadelakt entra nei saloni dei riad, arricchisce i bagni dei palazzi, un numero in continua crescita di visitatori europei, apprezza l’ intonaco di Marrakech, e questo, da sempre legato ad un preciso lembo di terra, abbandona i piedi delle grandi
rodare di là dal mare.
Il nostro processo di lavoro
Pianificazione e concettualizzazione
Tadelakt è adatto a tutti i tipi di arredamento, da quello armonioso e rilassante a quello ricco e lussuoso.
Sviluppo progettuale
Il Tadelakt è un materiale nobile, resistente, ma soprattutto impermeabile.
Mobili, tessuti e applicazioni
Il Tadelakt è un rivestimento essenziale per la decorazione di interni e presenta numerosi vantaggi.

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